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Usabilità
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L’usabilità è alla base dell’agire umano, della comprensione e della comunicazione. Nel campo del software il termine più vicino sembra essere quello della semplicità e dell’intuizione, di user-friendly, della Human-computer interaction, dell’Ergonomia, oltre a quello dell’Accessibilità e dell’Universal Design.
Tutti questi concetti richiedono, per essere applicati, una apposita impostazione mentale, la conoscenza di principi metodologici di progettazione, sviluppo e valutazione, in alcuni casi una specifica strumentazione.
L’usabilità si ritrova tra le otto caratteristiche di "qualità del prodotto software", secondo lo standard ISO/IEC 25010 del 2011. Essa appare come proprietà rilevante sia della fase di progettazione statica che in quella successiva delle fasi dinamiche della produzione (ad esempio durante una simulazione di test). In particolare assume i risvolti della:
- riconoscibilità
- apprendibilità
- operabilità
- protezione dagli errori
- esteticità
- accessibilità.
Nell’ambiente reale, da un punto di vista dell’effettiva "qualità in uso" di un prodotto, l’usabilità è basilare affinché l’utente raggiunga i suoi specifici obiettivi con:
- efficacia
- efficienza
- soddisfazione (utilità, fiducia, piacere, benessere)
- mitigazione dei rischi (economici, ambientali, della salute)
- copertura del contesto (completezza, flessibilità).
La qualità in uso andrà misurata prevalentemente nel contesto d'uso degli utenti o anche in simulazioni che possono svolgersi in laboratori di usabilità, con tecniche specifiche.
Tra i metodi per perseguire l’usabilità si colloca l’applicazione di una progettazione centrata sull’utente, come definita dall’ISO 9241-210: 2010 “Ergonomics of human-system interaction - Part 210: Human-centred design for interactive systems”. Oggi il know-how da anni riconosciuto nel 9241, è pienamente rafforzato e valorizzato dall'ISO 25010.
Una disamina sull'usabilità è disponibile sull'apposita pagina del sito dell'AgID.
Per quanto riguarda i contenuti e i dati, il fattore più vicino a quello della usabilità si presenta col nome di comprensibilità del dato e dell'informazione. Ciò include l'accessibilità dei documenti (come per esempio documenti pdf ottenuti da scanner di originali cartacei). Tali fattori sono inclusi nello standard ISO/IEC 25012 del 2008 sulla qualità dei dati, complementare al 25010, e divenuto norma italiana UNI ISO/IEC 25012 nel 2014. L'ISO 25024 ne fornisce indicazioni per la misurazione.
Nell’ottica della normativa italiana, l’usabilità si ritrova con il termine di fruibilità, già definita in concreto nell’Allegato B del decreto attuativo dell’8 luglio 2005 della Legge 4 del 2004 ed ora riportata nelle citate Linee guida per l'accessibilità degli strumenti informatici pubblicate il 9 gennaio 2020. La fruibilità si estrinseca con le seguenti caratteristiche:
- percezione
- comprensibilità
- operabilità
- coerenza
- salvaguardia della salute
- sicurezza
- trasparenza
- apprendibilità
- aiuto e documentazione
- tolleranza agli errori
- gradevolezza
- flessibilità
Particolare importanza per favorire l’usabilità è l’attenzione, in fase di progettazione, all’organizzazione dei contenuti ed, in fase di test, l’applicazione della tecnica del “cognitive walkthrough”, della “valutazione euristica”, di effettive esecuzioni di task con la partecipazione di utenti.
Tecnica manuale del "Card sorting" per la progettazione e il riordino dei contenuti
La suddetta Linee guida per l'accessibilità degli strumenti informatici prevede nel capitolo 2.2.2 "Criteri di valutazione per la verifica soggettiva" alcune indicazioni per effettuare la verifica soggettiva di un sito web, che prevede il coinvolgimento di persone con disabilità.
Sommariamente la verifica soggettiva si articola in quattro fasi principali [Cfr. D. Natale "La fruibilità delle informazioni" cap.8 di "Legge 4/2004 - Dalla teoria alla realtà", a cura di R. Scano, IWA, Collana WebLaw, 2005, pag. 211-213]:
a) Analisi da parte di uno o più esperti di fattori umani;
b) Costituzione del gruppo di valutazione;
c) Esecuzioni dei test da parte del gruppo di valutazione;
d) Valutazione dei risultati ed elaborazione del rapporto conclusivo.
L'utente finale, partecipante del gruppo di valutazione, diventa così una persona attiva, un "collaudatore" che verifica la fruibilità e usabilità. "Al fine di dar voce al punto di vista utente potranno nascere nuove figure professionali come quella dello sperimentatore ufficiale di software o utente professionista disabile; si pensa per analogia alla figura del collaudatore nel campo della fabbricazione automobili o alle attività di test nel campo avionico." [Cfr. D. Natale "Aspetti sociali della disabilità" cap. 3 di "I disabili nella società dell'informazione - Norme e tecnologie", a cura di Pierluigi Ridolfi, FrancoAngeli, 2002, pag.49.]
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