Museo 2020 (aggiornamenti)
Gli strumenti di lavoro delle origini dell'informatica si identificarono con strumenti di ausilio al disegno dei flow-chart e dei programmi e con le schede perforate
Nel primo Computer Museum di Boston il linguaggio simbolico, segno dei tempi, era stato identificato nel Cobol: i tecnici di allora, sbagliando la previsione, pensavano che sarebbe durato poco e costruirono anche la "tomba del Cobol", tuttora funzionante in alcuni sistemi informativi.
Nella mostra "Dalla scrittura al computer" dell'Università Salesiana in Roma (marzo-maggio 2012) sono stati esposti pezzi dell'Elea Olivetti (operante negli anni '60) e altri reperti.
L'Elea 6001 Olivetti all'Ateneo Salesiano in Roma nel 1966.
L'Elea 6001 Olivetti è esposto nel "Museo degli Strumenti per il Calcolo" a Pisa della Fondazione Galileo Galilei. Nel Museo largo spazio è dato alla CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana), nata nel 1961.
Pisa evolve e l'informatica è alleata ormai con la robotica: oggi l'Istituto di BioRobotica del Sant'Anna di Pisa è leader nella ricerca sui Robot.
"Credo nei robot riabilitativi e in quelli "soft" ispirati al mondo animale. I primi vengono già utilizzati negli ospedali e nei centri di ricerca, i secondi sono una frontiera promettente". (Intervista di J. D'Alessandro a C. Cipriani, foto di E. Camerini per RLab - la Repubblica N.5 del 28 febbraio 2018).
Nel "Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci " di Milano non poteva mancare (2016) ad esempio, uno dei primi trattamenti a distanza delle informazioni, come il telegrafo.
In Italia, a partire dal 1861, il sistema Morse diventa il sistema nazionale ufficiale. Alla fine dell'Ottocento ogni parte del mondo industrializzato poteva comunicare grazie al telegrafo Morse. Era possibile scambiare messaggi a distanza con un sistema di codifica di tipo binario (punto e linea, invece del più moderno zero e uno digitale).
Di nuovo un salto nel passato con la prima macchina da scrivere in legno.
Museo delle Macchine da scrivere (Parcines-Merano)
All'Università di Castilla-La Mancia in Spagna, c'è un'interessante raccolta di reperti, tra cui il raro Commodore CMB 4000 degli anni '70 e raccolta "virtuale" dei primi video-giochi.
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