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descrizione usabilità (usability description)

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 descrizione usabilità

Usability in English

L'usabilità è uno degli otto fattori di qualità del software secondo lo standard ISO/IEC 25010, oltre la funzionalità, l'affidabilità, la portabilità, la manutenibilità, l'efficienza, la scurezza e la compatibilità. Utilizzando una metafora si può dire che l'usabilità, assieme alla funzionalità, può essere considerata uno dei due pilastri su cui si appoggiano gli altri fattori di qualità. Per usabilità si intende la proprietà di un oggetto di essere facilmente capito, utilizzato e gradito. Nel mondo dell'informatica si definisce usabile un prodotto software adeguato ai bisogni e alle aspettative dell'utente, con un funzionamento intuitivo, facilmente apprendibile ed esteticamente piacevole (principi di Jakob Nielsen).

L'usabilità secondo l'ISO/IEC 25010 è la capacità del prodotto di essere compreso, imparato, usato ed attraente per l'utilizzatore, quando sia usato in condizioni specificate.

Gli aspetti rilevanti dell'usabilità sono:
- la riconoscibilità: l'utente riconosce se il prodotto o il sistema è appropriato per i propri bisogni;
- l'apprendibilità: il prodotto mette in grado l'utente di apprendere il funzionamento del tool per fini specifici;
- l'operabilità: il prodotto è facile da operare e controllare;
- la protezione da errori: il sistema protegge da eventuali errori;
- l'esteticità dell'interfaccia: il prodotto usandolo da piacere e soddisfazione;
- l'accessibilità: il prodotto o sistema può essere usato da persone con le più grandi diversità di caratteristiche e capacità.

Nello standard ISO 9241-11 per usabilità si intende il grado in cui un prodotto può essere usato da specifici utenti per raggiungere specifici obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d'uso.

L'interesse verso l'usabilità è iniziato negli anni '80, in concomitanza con la maggiore potenzialità espressiva e comunicativa delle interfacce grafiche GUI (Graphical User Interface). In passato tra i primi mezzi di comunicazione uomo-computer si ricordano "addirittura" le schede perforate lette da un particolare hardware e i tabulati cartacei, con un'interazione lenta e complessa. L'interfaccia grafica si è rivelata poi il mezzo più efficace e veloce di comunicazione tra uomo e computer, o meglio tra gli uomini attraverso il computer.
L'evoluzione tecnologica facilita la produzione di oggetti usabili. L'usabilità è quindi un concetto evolutivo e si perfeziona proporzionalmente alle intuizioni e alle capacità tecnologiche del produttore. L'interfaccia deve essere user-friendly anche perché spesso è l'unica parte del sistema con cui l'utente entra in contatto.

Nel caso di accesso al sistema da parte di disabili (es. di tipo motorio, visivo, uditivo) si parla invece di "accessibilità" che prevede il rispetto di norme WAI (vedi in proposito uno dei link presentati). La Web Accessibility Initiative (WAI) del W3C ha definito le WCAG-Web Content Accessibility Guidlines, divenute nel 2012 standard ISO/IEC 40500. L'accessibilità è un prerequisito della usabilità e non la sostituisce. La rimozione delle barriere all'ingresso da sola non garantisce la facilità d'uso o l'amichevolezza del sistema, anche se i due concetti si integrano tra loro.

In Italia l'argomento è regolamentato dalla Legge 4/2004 "Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici", dal Regolamento di attuazione e dal Decreto Ministeriale dell'8 Luglio 2005 "Requisiti e i diversi livelli per l'accessibilità agli strumenti informatici", nel numero di 21 elencati nell'allegato A. Nell'allegato B di tale decreto sono elencati i 12 criteri essenziali di fruibilità per la valutazione del Web, alcuni anche validi per i dati, le informazioni, i simboli,  la documentazione, oltre che per la navigazione della interfaccia, e cioè:

Percezione informazioni e comandi necessari per l'esecuzione delle attività devono essere sempre disponibili e percettibili
Comprensibilità informazioni e comandi necessari per l'esecuzione delle attività devono essere facili da capire e da usare
Operabilità informazioni e comandi devono consentire una scelta immediata della azione adeguata per raggiungere l'obiettivo voluto
Coerenza simboli, messaggi e azioni devono avere lo stesso significato in tutto l'ambiente
Salvaguardia della salute l'ambiente deve possedere caratteristiche idonee a salvaguardare il benessere psicofisico dell'utente
Sicurezza l'ambiente deve possedere caratteristiche idonee a fornire transazioni e dati affidabili, gestiti con adeguati livelli di sicurezza
Trasparenza l'ambiente deve comunicare all'utente lo stato, gli effetti delle azioni compiute e le informazioni necessarie per la corretta valutazione della dinamica dell'ambiente stesso
Apprendibilità l'ambiente deve possedere caratteristiche di utilizzo di facile e rapido apprendimento
Aiuto e documentazione funzioni di aiuto, quali le guide in linea, e documentazione relativa al funzionamento dell'ambiente devono essere di facili reperimento e connesse al compito svolto dall'utente
Tolleranza agli errori l'ambiente deve fornire appropriati messaggi che individuino chiaramente l'errore occorso e le azioni necessarie per superarlo
Gradevolezza l'ambiente deve possedere caratteristiche idonee a favorire e mantenere l'interesse dell'utente
Flessibilità l'ambiente deve tener conto delle preferenze individuali e dei contesti

L'osservanza di queste caratteristiche favoriscono l'usabilità dell'interfaccia, oltre che essere il presupposto di una accessibilità utile all'utente. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito DigitPA, sul sito del Ministero per l' Innovazione.

L'accessibilità in questi anni è maggiormente garantita anche dal maggior uso delle tecniche CSS che consentono di gestire separatamente contenuto, immagini e visulizzazioni. Sono ormai superate ormai soluzioni di siti paralleli per rendere accessibili informazioni.

La diffusione di internet e il crescente utilizzo dei siti WEB richiedono ancora di più l'applicazione delle tecniche e dei metodi che facilitano l'accesso al sistema e l'uso del software. I metodi orientati alla semplicità dell'uso vanno sotto il nome di usabilità (o anche Human Factor e Ergonomia del software).

Anche alcune caratteristiche della qualità dei dati, definite dal nuovo standard ISO/IEC 25012, hanno a che fare con l'usabilità. Le 15 caratteristiche definite dallo standard sono: consistenza (coerenza anche tra sistemi diversi), aggiornamento (tempestività), completezza, precisione, accuratezza (sintattica-semantica), sicurezza, disponibilità, ripristinabilità, efficienza, portabilità, tracciabilità, credibilità (della fonte), comprensibilità, accessibilità (anche ai disabili), conformità a regolamenti.

In vario modo i fattori di qualità elencati sono utilizzabili anche per impostare o valutare anche altri mezzi di comunicazione fortemente diversi dal web, come i tradizionali moduli cartacei o addirittura i cartelli stradali o varie segnaletiche.

Un'efficace comunicazione dei dati e informazioni in una interfaccia usabile si ottiene comunque attraverso l'uso di "metafore", cioè di rappresentazioni grafiche di oggetti comuni in sostituzione di descrizioni verbali delle informazioni.
L'efficacia si raggiunge comunque ponendo l'utente al centro della progettazione. Negli anni '80 Norman definiva lo "user centred design", ancora oggi modello di riferimento per l'usabilità. La valutazione di usabilità è un'attività specifica oggetto di nuove professioni.

La centralità dell'utente emerge sempre più decisamente nel mondo informatico. Le tradizionali distinzioni dell'hardware e del software sembrano insufficienti a descrivere le problematiche inerenti all'uso dei computer e mi hanno portato ad utilizzare il nuovo termine userware. Le problematiche inerenti, l'interazione, le interfacce, l'uso e la qualità in uso del software sono raggruppabili sotto questo termine. Lascerei invece la parola peopleware di De Marco, Lister, Costantine alle problematiche più generali organizzative, sociali, storiche, economiche, non tecnologiche, del knowledge e project management, relative alle persone che lavorano con le tecnologie informatiche.

Nello standard ISO/IEC 25010 è differenziato il concetto di qualità e delle relative metriche in interne, esterne e di qualità in uso, recependo, per quanto riguarda l'usabilità, indicazioni dallo standard ISO 9241 "Ergonomic requirements for office works with visual display terminals" parte 11 (Guidance on usability) del 1997. Tale standard descrive aspetti interessanti per la valutazione dell'usabilità e per la sua misurazione in termini di efficacia, efficienza, soddisfazione d'uso. Il concetto di usabilità della 9241 è più esteso del concetto di usabilità come appariva nella 9126 del 1991 ed è una premessa al concetto di qualità in uso della nuova 9126 del 2000, esteso nell'ISO/IEC 25010. Infatti è considerata la qualità del sistema in uso che incorpora principalmente la funzionalità, l'affidabilità e l'efficienza.

L'ISO/IEC 12207 (del 1995) riguarda le attività relative a tutto il ciclo di vita del software. Tra i vari processi in essa descritti, in relazione all'usabilità, emergono quello di sviluppo, quello di manutenzione e quello di validazione.
Nel processo di sviluppo si prevede di specificare durante l'attività dell'analisi dei requisiti, oltre a funzionalità, sicurezza, ed altri requisiti critici, anche i requisiti di interfaccia utente, ergonomia e documentazione utente (anche con versioni preliminari).
Gli elementi da considerare nei piani di sviluppo riguardano anche il coinvolgimento dell'utente con, ad esempio, prove pratiche sul campo circa l'affinamento dei requisiti, dimostrazioni e valutazione di prototipi.
Nel processo di manutenzione si prevede che il manutentore analizzerà l'impatto sul sistema esistente tenendo conto del tipo di richiesta di manutenzione di tipo correttivo, migliorativo, preventivo, adeguativo e riesaminerà il risultato di modifica con opportune attività di test.

Nel processo di supporto relativo alla validazione si verificherà che l'utente tipico potrà facilmente compiere con il prodotto software i compiti assegnatigli, anche in situazioni di stress.
Nel processo organizzativo di miglioramento, infine, c'è una raccomandazione generale che riguarda tutti i processi e cioè di tenere conto dell'attività di misurazione e di raccogliere i costi della Qualità.

Un approccio per lo sviluppo di sistemi interattivi che mette a fuoco specificatamente il fine di realizzare sistemi usabili, è descritto nello standard ISO 13407 "Human-centred design processes for interaction systems" del 1999. Si parla in tale periodo di "progettazione partecipata" e dell'uso di tecniche di "prototyping". Tale approccio oltre al coinvolgimento dell'utente prevede il contributo multidisciplinare nelle fasi di progettazione di varie figure professionali, tra cui esperti di ergonomia e human factor.

Tornando a considerare il contenuto del web (i dati e le informazioni) è opportuno tenere anche presente l'ISO/IEC 25012, sommariamente accennato parlando delle metriche di qualità.

Ci sono diversi metodi di valutazione dell'usabilità: alcuni basati sull'esperto, come la valutazione euristica, altri che prevedono il coinvolgimento dell'utente finale, come la "co-operative evaluation" e i test di laboratorio, infine attraverso appositi questionari di valutazione. Se ci si trova in presenza dei progettisti e degli utenti, l'approccio usato deve essere di tipo collaborativo e partecipativo (participatory design), essendo ancora possibile modificare convenientemente il prodotto in realizzazione.
Anche in caso di "auditing" di terze parti, va tenuto conto che gli attori fondamentali restano il progettista e l'utente esperto di dominio, e che qualsiasi considerazione va fatta nel rispetto e supporto di ciò che l'utente dice e di cui ha bisogno, come manifestato nel momento della verifica del test. Qualsiasi considerazione di usabilità, o peggio di funzionalità, va condivisa costantemente, e con continuità e completezza, da progettisti, utenti e "osservatori", nel pieno rispetto della esigenza dell'utente finale. Si suppone, ovviamente, che i requisiti di funzionalità siano già concordati e che non siano oggetto di discussione in sede di valutazione di usabilità, se non per quella parte imprevista necessaria alla esecuzione dei compiti dell'utente.
Si ritiene infatti che le prove di analisi di funzionalità, fattibili anche in assenza dell'utenza, debbano precedere quelle di usabilità e possono rispondere a criteri diversi di indirizzo, controllo e valutazione. Anche in questo caso comunque tecniche di "design review", condivise tra i diversi attori, possono facilitare la costruzione della "migliore proposta di prodotto" da sottoporre all'utente nel test di usabilità.

Altre informazioni sono riportate in alcuni dei libri indicati nella sezione riguardante l'orientamento ed in particolare in un libro sulla qualità che offre un quadro più generale dei fattori qualitativi e metrici, inclusa l'usabilità.


 

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