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"Il memex di Vannevar Bush, sebbene utilizzasse la tecnologia basata su "microfiches" (microfilm) degli anni Quaranta, è stato un precursore dell'idea del PC collegato a Internet, capace di contenere un'enorme quantità di dati ed utilizzare i collegamenti per raccogliere tutte le informazioni correlate a un solo argomento" (Bill Gates, Business @lla velocità del pensiero, Mondadori, 1999, p. 209 - original title: Business @ the speed of Thought, Warner Books, Inc., NY). In Italia, invece, l'anno zero dell'informatica è ritenuto essere il 1954 (Corrado Bonfanti, "L'affare Finac tra Manchester e Roma (1953-1955) ed alcuni documenti inediti ad esso relativi", Congresso Annuale AICA, Palermo 1994).
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Le schede, che rappresentavano per i grandi main-frame il più usuale input di ingenti quantità di dati, erano perforate con apposite macchine da scrivere, in genere di grandi dimensioni, e lette con un apposito dispositivo in grado di decifrare le combinazioni di fori come lettere o numeri; ogni tanto il lettore poteva anche incepparsi. Le schede avevano il vantaggio di lasciare una traccia fisica visibile dell'informazione trattata. |
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"I piccoli calcolatori utilizzano le unità a nastro di carta. Questo supporto (analogo alla classica scheda) è molto più economico...La differenza sostanziale fra nastro e schede è che il nastro è un mezzo di registrazione continuo, mentre le schede hanno una lunghezza fissa...Le perforazioni sono di solito rotonde...una riga ha la funzione di controllo di disparità...La verifica del codice viene fatta dal calcolatore e l'accordo garantisce, entro certi limiti, l'esattezza del dato ricevuto...sono disponibili testine di lettura del tipo a spazzole e del tipo a fotocellule. Nel primo caso la velocità di lettura è di circa 180 caratteri al minuto, nel secondo può raggiungere i 1000" (cfr. Scienza degli elaboratori, coordinamento A. Siciliano, Zanichelli, 1973, p. 114-115). |
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L'ELEA era definito il primo vero calcolatore elettronico italiano. Tra il 1960 e il 1963 ne furono installati 170 e coprivano circa il 25% del mercato italiano dei calcolatori. (Cfr. La cultura informatica in Italia, riflessioni e testimonianze sulle origini 1950-1970, Fondazione Adriano Olivetti, Editore Bollati Boringhieri, 1993, pag. XVI, 47, 133-134). Indirizzato al mondo universitario, l'ELEA 6001 era più piccolo dell'ELEA serie 9000, di pochissimi anni prima, ed era più orientato, nella sua versione 6001/S alla soluzione di problemi scientifici invece che gestionali. |
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