Arrivando in Giappone ci si sente veramente lontano: un salto verso l'ignoto. Il linguaggio è così diverso, la cultura da scoprire,
perfino i
segnali stradali sono veramente incomprensibili. Un traffico
degno delle più grandi città del mondo, dove si muovono ogni giorno 3 dei 12 milioni di abitanti che la popolano.
No, non è la torre Eiffel (1889), ma certo le assomiglia. Costruita nel 1958 pesa 4000 tonnellate, invece delle 7000
della sua gemella francese, è alta 333 metri, invece di 320.
Da sopra la torre, Tokyo sembra immensa perché fino all'orizzonte si vedono case, palazzi, grattacieli, parchi verdi. Ma i
grattacieli sono meno che a Manhattan e più lontani. Qui è pieno anche di case piccole e più vicine, di vicoli dove camminano
migliaia di persone.
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Ginza è il quartiere commerciale di Tokyo, come la quinta strada a
New York.
Negozi eleganti, elettronica, computer,
fotografia. In un piccolo negozio di modellismo, c'erano modelli della gloriosa Fiat 500 e della Ferrari.
Che ci fosse la Ferrari può sembrare più normale: poi si capisce la 500 piaceva
perché qui di spazio ce n'è poco e le cose piccole piacciono molto.
Dal 1992 al 2008 molto è cambiato: più luci,
più elettronica, più architettura futuristica.
La
foto a sinistra riguarda un simulatore che consente di guidare un treno virtuale.
A destra un tempio a Kyoto, che consente di pregare in
una lingua ignota e con un senso di mistero. Nel Giappone si provano impressioni nuove: si vede la fredda automazione unita alla
gentilezza umana, si notano le cose più moderne insieme alle più antiche.
Nella foto sopra si vede lo Shinkansen (pallottola di fucile) che era il treno
più veloce del mondo, prima del TGV francese, l'ICE tedesco e il Pendolino italiano.
Va silenziosamente attorno ai 250 km orari ed entrando in galleria si sente che è completamente isolato dall'esterno.
All'interno della vettura è tutto segnalato:
destinazione, orario, velocità, distanza dalla stazione successiva. Quando si apre la porta e entra qualcuno del servizio si assiste
ad una scena di gentilezza: il controllore ad esempio fa un bell'inchino e si leva il cappello, anche se non lo guarda nessuno, e così
l'hostess che offre qualcosa da mangiare, e così la seconda hostess e così la terza... colpisce questo senso gentile quasi di
sacralità sociale. E sono sempre in tanti, per ogni servizio c'è tanta gente. Nell'ultima foto alcune hostess, elegantissime, aspettano
il treno.
Il lavoro di gruppo è di casa, la qualità totale quasi una realtà. Può capitare alla stazione, mentre si aspetta il treno, vedere, di fronte
ad un problema di lavoro, alcune persone radunarsi, fare una breve riunione, sciogliersi e risolvere la cosa. Poi il treno arriva
puntualmente, fermatosi distante pochi centimetri dal punto prestabilito, riparte dopo pochi secondi. Non si sa quanto
software e quanta automazione c'è dietro a tutto ciò. Ma l'assistenza umana non manca.
I treni del 2008 si sono trasformati
Sono molto utilizzati nelle carrozze i pannelli luminosi
con indicazioni in tempo reale dell'avanzamento dei treni.
Sui
marciapiedi le code per salire in treno sono molto precise (i treni si
fermano esattamente sempre negli stessi punti, per pochissimo tempo, con un margine di errore
di pochi centimetri): la coda verde per il treno in arrivo, la coda
rossa per il treno successivo.
La pulizia dei treni al primo posto! Sulla sinistra una
squadra di operai è in attesa del treno.
Appena il treno arriva uno
degli operai è pronto a raccogliere eventuali rifiuti all'uscita dei
passeggeri...
...poi salgono tutti e tre per una rapida pulizia di circa un minuto.
Solo dopo, i passeggeri successivi possono salire.
La stazione centrale è un continuo e intenso
alternarsi di treni.
Verso l'aeroporto di Narita si incontra un sistema di
monorotaia abbastanza complesso: i treni viaggiano sospesi sotto la
monorotaia e non sopra.
A proposito dell'aeroporto, occorre fare
attenzione se si deve scendere al Terminal 2 o 1: il pannello luminoso
può aiutare.